Il laboratorio di Educazione di comunità del Disfor al Punto Luce Save the Children di Catania

Lavoretti in pasta di sale, giochi di ruolo, attività guidate in cucina, in campo sportivo e musicale, informatico e teatrale, matematico e ecologico. Il tutto ovviamente “a distanza”.

Sono solo alcune delle attività del Laboratorio di Educazione di comunità condotto dalla professoressa Roberta Piazza, docente del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania, con la collaborazione della dottoressa Agnese Gagliano, responsabile del Punto Luce Save the Children del quartiere San Giovanni Galermo di Catania.

Un laboratorio che ha permesso agli studenti e alle studentesse, quali futuri educatori di comunità, di mettere in pratica quanto appreso nel corso dei loro studi di primo anno di Pedagogia generale e di comunità con la progettazione e la realizzazione di attività educative per i bambini e i ragazzi del centro, di età compresa tra i 6 e i 16 anni.

A sostenere le attività anche il dono da parte di Amazon di un “Locker” installato appositamente nella struttura della onlus che si è trasformato per i bambini del Punto Luce di Save The Children in un calendario dell’avvento pieno di sorprese. Giochi da tavolo, palloni, blocchi da disegno, pennarelli, pastelli e acquerelli. E ancora tablet, cuffie e altri materiali utili a seguire le lezioni a distanza e a garantire a tutti una continuità educativa e ricreativa nonostante le restrizioni dovute alla pandemia.

«Gli studenti e le studentesse del Disfor hanno progettato giochi e attività per ogni giorno dell’avvento fino al 25 dicembre, per consentire l’apertura dei cassetti del “magico” Locker da parte dei bambini e conquistare così i regali», spiega la professoressa Piazza.

«L’iniziativa – aggiunge la dottoressa Gagliano – ha inteso far riscoprire ai bambini e ai ragazzi del Punto Luce la magia del Natale, anche e soprattutto in tempi difficili come questi. Gli studenti si sono cimentati in un compito che ha richiesto originalità, spirito di iniziativa e creatività. Tutti si sono messi in gioco, dimostrando di saper padroneggiare l’uso delle nuove tecnologie e degli strumenti digitali, ormai indispensabili per tutte le attività che si svolgono a distanza».

 

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